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In base all’analisi chimica del peperoncino è significativo rilevare la quantità di vitamine, gli acidi grassi insaturi e la quantità di capsaicina che è il fattore piccante.
Nei popoli occidentali l’apporto di una certa quantità di capsicina è importante ma lo è ancor di più nei paesi caldi. Il motivo è che questo elemento innesca un’azione antifermentativa e antisettica. Queste caratteristiche fa sì che la capsicina venga inserita in tutti quei cibi facilmente deperibili per aumentarne la durabilità.
Se un occidentale va in un paese caldo e mangia come è abituato in Europa, soprattutto a livello di carne, percepirà dopo un breve periodo come nella digestione gli alimenti iniziano a fermentare (anche dopo un’ora). Questa fermentazione a livello intestinale è un veleno per l’organismo. Ecco perché in questi casi il corpo reagisce sotto forma di coliti o dissenteria o altro per espellere questo “veleno”.
Il malessere intestinale è la tipica conseguenza della scelta degli occidentali in viaggio nei paesi caldi, che scelgono di mangiare come sono abituati a casa. Il giusto comportamento sarebbe quello di sforzarsi di prediligere il cibo locale cucinato con le usanze del posto.
Bisogna sapere che c’è un inconveniente che impedisce spesso di mangiare i cibi locali: l’elevata piccantezza. Infatti in questi paesi le persone usano vari tipi di peperoncini molto piccanti per la funzione specifica di antifermemtativo e antisettico.
Per concludere il consiglio per chi va nei paesi caldi è quello di portare con se il proprio peperoncino o mangiare le pietanze del posto. Non avere le sostanze che aiutano la digestione è pericoloso per l'organismo. Inoltre è auspicabile avere un piccante più alto di quello necessario, per avere il massimo dell’aiuto.